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Spid, 40 milioni ai provider per una proroga biennale

Quaranta milioni di euro per una proroga biennale. Alla fine è questo il passo compiuto dal governo su Spid per evitare lo stop al servizio dei provider.

di Carmine Fotina

3' di lettura

Quaranta milioni di euro per una proroga biennale. Alla fine è questo il passo compiuto dal governo su Spid, il sistema pubblico dell’identità digitale, dopo che gli identity provider avevano minacciato di abbandonare il servizio in scadenza il 23 aprile a fronte di costi ritenuti non più sostenibili.
Le risorse sono state individuate a valere sul Piano nazionale di ripresa e resilienza e inserite in un emendamento governativo al decreto legge Pnrr-ter all’esame della commissione Bilancio del Senato. L’emendamento fa riferimento a una nuova convenzione da stipulare con l’Agenzia per l’Italia digitale senza specificarne la durata. Ma, a quanto risulta al Sole-24 Ore, si tratterà di un accordo biennale.
La soluzione che è stata individuata dal Dipartimento per la trasformazione digitale e dal sottosegretario alla presidenza al Consiglio con delega all’Innovazione, Alessio Butti, pesca direttamente nel sub-investimento del Pnrr che riguarda la diffusione dello Spid e l’implementazione dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente. Una soluzione ideata «nelle more della razionalizzazione del sistema di identità digitale».

Il riassetto allo studio

La proroga biennale fa capire che non ci sarà il temuto spegnimento dello Spid, che su alcuni siti e quotidiani era stato erroneamente dato per certo dopo le prime uscite pubbliche su questo tema del sottosegretario Butti. Lo schema allo studio è un altro. Il 31 marzo Butti, replicando a un'interpellanza di M5S alla Camera, ha parlato della necessità di «un serio processo di razionalizzazione del sistema di identità digitale, attraverso un unico strumento di accesso per tutti i servizi della pubblica amministrazione e per il servizio sanitario». Con tempi sicuramente non brevi e andando verso una convergenza di Spid e Cie nell’identità digitale europea allo studio della Commissione Ue, l’european digital identity wallet definito nella bozza di regolamento eIDAS del giugno 2021.

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La Cie semplificata

Tutto questo mentre il governo sta cercando di semplificare la vita ai cittadini alle prese con la Cie che tentano di accedere ai servizi online della Pubblica amministrazione. Il ministero dell’Interno ha comunicato l’introduzione di nuove funzioni della Cie per semplificare l’accesso in mobilità dribblando il problema del lettore del chip della carta. Sono stati attivati i livelli 1 (username e password) e 2 (generazione di un codice temporaneo di accesso o scansione di un QR code), già offerti da Spid. Non è più indispensabile il ricorso al livello 3, che richiede la presenza di un lettore di smart card (per il pc) o di uno smartphone dotato di tecnologia Nfc.

Fondi solo a obiettivi raggiunti

Tornando ai 40 milioni per i gestori Spid, l’emendamento prevede che siano erogati al raggiungimento di precisi obiettivi da prefissare nella convenzione e verificati i costi effettivamente sostenuti. Sarà un decreto della presidenza del consiglio, da adottare entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto Pnrr-3, a ripartire il contributo in proporzione al numero di identità digitali gestite da ciascun gestore, degli accessi ai servizi erogati dalle Pa e delle verifiche dei dati nell’Anagrafe unica che ogni provider dovrà effettuare. Si terrà conto anche dell'incremento delle identità gestite e delle transazione registrate.

Butti: ascoltati i provider

Il sottosegretario Butti fa cenno al lavoro fatto con i privati (Assocertificatori in prima linea) per arrivare a questo compromesso. «Si tratta - afferma - di un’iniziativa che ho voluto fortemente, non solo per assicurare la continuità operativa del servizio, ma anche e soprattutto per garantire gli adeguamenti tecnologici necessari affinché tutti i cittadini possano beneficiare di un'identità digitale sempre più sicura, affidabile ed efficiente». «Siamo il primo governo ad aver prestato ascolto alle necessità degli operatori privati - aggiunge - dopo anni di richieste rimaste inascoltate dai precedenti esecutivi. Continueremo a lavorare per garantire l'interoperabilità delle informazioni tra Pa e per semplificare l’identità digitale nel nostro Paese alla luce degli importanti obiettivi previsti dal Pnrr sulla transizione digitale».

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