DDL CONCORRENZA

5G, è svolta: via al rialzo dei limiti elettromagnetici. Urso: “Recuperiamo ritardi decennali”

Approvato l’emendamento di Fratelli d’Italia: si punta a 15 volt metro dagli attuali 6 ma bisognerà aspettare i decreti attuativi. Il ministro per le Imprese: “Finalmente l’Italia si muove nella direzione europea”. Asstel: “Passo importante per l’innovazione del Paese”. Il no di Pd, 5 Stelle e Avs: “Senza un dettagliato approfondimento rischi per la salute”

Pubblicato il 27 Ott 2023

Adolfo Urso 2

L’Italia si prepara ad alzare limiti elettromagnetici. È stato approvato l’emendamento al Ddl Concorrenza di Fratelli d’Italia in IX Commissione del Senato, che consente l’innalzamento dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità relativi ai campi elettromagnetici. I valori passano – “in via provvisoria e cautelativa”, si legge nel testo – dagli attuali 6 volt metro a 15. Ora bisognerà aspettare i decreti attuativi.

Si tratta di un valore comunque più basso dei 24 proposti nel provvedimeto presentato al Consiglio dei ministri di luglio ma poi bocciato.

Urso: “Italia si muove nella direzione europea”

“Con l’approvazione dell’emendamento al Ddl Concorrenza che consente l’innalzamento dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici, finalmente l’Italia si muove nella direzione europea, recuperando ritardi decennali – sottolinea il ministro per le Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso – Nel nostro Paese il limite di emissione per i campi elettromagnetici era fermo a 6 V/m, risultando il più basso tra quelli dell’Ue, tanto da frenare lo sviluppo delle reti 5G nelle aree urbane”.

Secondo Urso la misura “rappresenta una svolta importante per lo sviluppo del Paese: migliorerà infatti la connettività mobile sul territorio, garantendo una qualità di servizi superiore per i cittadini e consentirà alle imprese di diventare più competitive.  L’avevamo detto e l’abbiamo fatto. Questo è il governo del fare”.

“Questa misura è il frutto di un confronto nel merito che abbiamo avuto con tutti gli attori interessati: ha prevalso il buon senso” ha concluso il ministro”, conclude il ministro.

Cosa prevede l’emendamento

I limiti di esposizione, “in via provvisoria e cautelativa”, si alzano dagli attuali 6 V/m ai 15 V/m per quanto attiene all’intensità di campo elettrico “E” mentre per quanto attiene al campo magnetico “H” arrivano a un valore pari 0,037 A/m. Per la densità di potenza il tetto è pari a 0,52 W/m2.

Nella nuova versione dell’emendamento nessun riferimento alla Fondazione Bordoni che avrebbe dovuto, nella prima bozza, presentare un report annuale e supportare Arpa e nelle campagne di misurazione.

I limiti elettromagnetici in Europa

Nell’Unione europea, 12 paesi (Portogallo, Spagna, Francia, Irlanda, Germania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Romania, Finlandia, Estonia, Cipro) hanno seguito le raccomandazioni della Ue e hanno fissato il limite a 61 v/m. Cinque stati non hanno fissato limiti o li hanno fissati più alti delle raccomandazioni Ue (Olanda, Danimarca, Svezia, Lettonia, Austria). Otto paesi hanno posto limiti più stretti rispetto alle indicazioni europee (Italia, Belgio, Slovenia, Croazia, Grecia, Bulgaria, Polonia, Lituania).

Fonti Mimit precisano dunque che l‘Italia resterebbe al di sotto del limite europeo dalle soglie fissati da tutti gli altri Stati membri. “Paesi come la Germania e la Spagna hanno adottato i limiti massimi da oltre 20 anni” senza riscontrare anomalie nella popolazione. 

Inoltre l’innalzamento dei limiti garantirebbe, dicono dal ministero, “il miglioramento della qualità del servizio (in termini di copertura) fin da subito, con effetti positivi sui cittadini in termini di voce e dati, riducendo l’impatto economico sugli operatori e la proliferazione di antenne sul territorio”.  Infine il 62% dei siti esistenti nelle aree urbane è risultato non aggiornabile al 5G a causa dei limiti di emissione e gli extra costi per sviluppare la copertura 5G a causa dei limiti stringenti sono di circa 1,3 miliardi di euro per operatore.

Asstel: “Passo importante per l’innovazione del Paese”

Per Asstel l’approvazione dell’emendamento al Ddl Concorrenza costituisce un passo importante per la filiera delle Tlc e per il sistema Paese.

“L’Italia si muove nella direzione delle indicazioni europee, rispetto alle quali scontiamo ritardi decennali. Nel nostro Paese il limite di emissione per i campi elettromagnetici è fermo dal 2003 a 6 V/m, risultando il più restrittivo tra i Paesi dell’Unione Europea – si legge in una nota –  Questa misura rappresenta un segnale significativo per lo sviluppo e per l’innovazione del Paese”.

“Apprezziamo l’attenzione del Governo su questo importante intervento e auspichiamo che il percorso legislativo possa concludersi positivamente”, conclude l’associazione della filiera delle Tlc.

Il no delle opposizioni

Ma le opposizioni scendono in campo contro la norma. “Riteniamo inaccettabile il blitz con cui la maggioranza ha dato l’ok all’emendamento Pogliese che alza le soglie dei campi elettromagnetici per lo sviluppo della rete 5G – si legge in una nota Pd, M5S e Avs –  Innalzare i limiti dagli attuali 0,6 V/m a 15V/m – su una media calcolata su 24 ore – senza un dettagliato approfondimento è un serio pericolo per la salute dei cittadini”.

Secondo le opposizioni  in questo modo si accontentano “le industrie straniere del settore telecomunicazioni”.

“Due mesi fa, un pool di scienziati aveva già elencato i potenziali rischi di un eventuale innalzamento con una nota pubblica. Inoltre tale scelta costituisce un vero e proprio boomerang per lo sviluppo digitale nazionale e l’imprenditoria italiana”, concludono.

Legambiente e consumatori sul piede di guerra

Secondo Legambiente il  Governo si appresta a scegliere la strada più facile a danno della popolazione.

“Siamo, infatti, l’unico Paese in Europa che misura i campi sulla media delle 24 ore invece che sulla media dei 6 minuti.  Si tratta di una scelta insensata che accontenta le richieste di parte dell’industria del settore, ma che può costituire un vero boomerang per lo sviluppo digitale nazionale oltre che potenzialmente pericolosa per la salute della popolazione, considerando che le ultime ricerche mettono ben in evidenza come gli attuali 6 V/m siano cautelativi – spiega il presidente Stefano Ciafani – Al Governo e al Parlamento torniamo a ribadire l’importanza di aprire un tavolo di lavoro e di confronto per ragionare sulle possibili strategie da mettere in campo, per raggiungere gli auspicabili e fondamentali obiettivi di digitalizzazione del Paese, mettendo in primo piano la salute dei cittadini.

Anche il Codacons si schiera nettamente contro l’innalzamento dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici approvato oggi e lo considera un regalo alle Tlc.  “Si baratta la salute dei cittadini con gli interessi delle società delle telecomunicazioni, le uniche che otterranno vantaggi economici dall’innalzamento dei limiti”.

Per tale motivo – conclude il Codacons – siamo pronti a proseguire la battaglia legale nelle sedi opportune contro qualsiasi aumento delle esposizioni ai campi elettromagnetici”.

 

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